
Andrea Bresil
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Qualcuna delle letture più interessanti degli ultimi periodi
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Intelligenza emotiva. Che cos'è e perché può renderci felici
Daniel Goleman
Perché le persone più intelligenti nel senso tradizionale del termine non sono sempre quelle con cui lavoriamo più volentieri o con cui facciamo amicizia? Perché i bambini dotati ma provenienti da famiglie divise hanno difficoltà a scuola? Perché un ottimo amministratore delegato può riuscire un pessimo venditore? Perché, sostiene Goleman, l'intelligenza non è tutto. A caratterizzare il nostro comportamento e la nostra personalità è una miscela in cui il quoziente intellettivo si fonde con virtù quali l'autocontrollo, la pervicacia, l'empatia e l'attenzione agli altri: in breve, l'intelligenza emotiva.

Il metodo LEGO® SERIOUS PLAY® per il business
di Robert Rasmussen, Per Kristiansen
Il volume presenta la metodologia LEGO® SERIOUS PLAY®, un approccio creativo per accrescere l'innovazione e migliorare le performance focalizzandosi sul gioco per adulti che libera potenziale innovativo di ogni persona. Scritto dai due originali trainer del LEGO® SERIOUS PLAY®, il libro mostra come questo metodo può sviluppare i team, le persone, le relazioni e il business. Fondendo insieme sviluppo organizzativo, mindset e strategie di sviluppo, è possibile aumentare la qualità dei meeting, rendere più veloci i processi di innovazione, accrescere i team e migliorare la comunicazione, facendo in odo che ogni risorsa possa dare un contributo unico e libero all'organizzazione. Il metodo, che si fonda sull'utilizzo dei mattoncini LEGO, è un genere di gioco della creatività che scatena un modo diverso di pensare, un'immaginazione libera e potenziale che è spesso schiacciata dalla mente logica. Il libro racconta come questo metodo possa realmente migliorare il business intervenendo proprio su questi ambiti: osservazione delle interazioni dinamiche interne ed esterne, favorire un libero e onesto scambio di opinioni, sospendere le gerarchie per una comunicazione migliore ed efficace, facilitare lo scambio incoraggiando l'esplorazione. Ma non solo teoria. Il testo raccoglie le storie di numerose applicazioni e casi concreti in contesti organizzativi molto differenti (dalle startup alle multinazionali).

La mediocrazia
Alain Deneault
La presa del potere dei mediocri e l’instaurazione globale del loro regime, la mediocrazia.
«Non c’è stata nessuna presa della Bastiglia, niente di paragonabile all’incendio del Reichstag, e l’incrociatore Aurora non ha ancora sparato un solo colpo di cannone. Eppure di fatto l’assalto è avvenuto, ed è stato coronato dal successo: i mediocri hanno preso il potere».
Così questo libro annuncia l’oggetto delle sue pagine: la presa del potere dei mediocri e l’instaurazione globale del loro regime, la mediocrazia, in ogni ambito della vita umana. La trattazione che ne segue è una sorta di genealogia di questo evento che, nella prosa accattivante ed errabonda di Deneault, tocca campi differenti – dalla politica (affidata ormai al «centrismo» dei mediocri) all’economia, al sistema dell’educazione, alla stessa vita sociale – offrendo differenti modulazioni di questa forma di potere. Tuttavia, per Deneault, l’avvento della mediocrazia è impensabile senza l’avvento dell’industrializzazione del lavoro – sia manuale che intellettuale – e, in particolare, della sua espressione ultima, quella «Corporate Religion», quella religione d’impresa che pretende, nella nostra epoca, di «unificare tutto» sotto la sua egida.

La dignità ai tempi di Internet. Per un'economia digitale equa
Jaron Lanier
La rivoluzione digitale distrugge più posti di lavoro di quanti ne crei. Ci rallegriamo di scoprire che sul Web tutto è "gratis" e "open", o sta per diventarlo, ma nel frattempo l'economia dell'informazione concentra sempre più potere e ricchezza nelle mani di pochi. Mentre celebriamo le virtù democratiche di Internet, consegniamo il futuro ai colossi che controllano i server centrali e traggono immensi profitti dai dati che ricavano osservando le nostre vite. Sono i Server Sirena che, ammaliandoci con il richiamo del "free", ci imprigionano in una stagnazione economica perenne, con ricorrenti crisi finanziarie e disuguaglianze sempre più gravi. Com'è possibile che le straordinarie innovazioni degli ultimi decenni abbiano generato un sistema così oligarchico e disumanizzante? Unendo lo sguardo del tecnologo a un'acuta sensibilità sociale, Jaron Lanier illustra come e perché le tecnologie di rete cambiano le dinamiche del potere economico. E con esempi di folgorante potenza evocativa ci avverte: quando prenderanno piede stampanti 3D, infermieri robotici e veicoli autoguidati, la disoccupazione dilagherà anche nell'industria, nella sanità e nei trasporti! Eppure, una via d'uscita realistica esiste. Se è vero che sono le informazioni a creare valore e arricchire i Server Sirena, bisogna concepire un sistema in cui gli individui siano retribuiti per le informazioni che producono e condividono ogni giorno.

Demenza digitale. Come la nuova tecnologia ci rende stupidi
Manfred Spitzer
«Se c'è un libro che va letto, tra i tanti apparsi sulla questione della società digitale, è quello di Manfred Spitzer.» IL SOLE 24 ORE
«L'analisi spietata di uno dei più noti e autorevoli studiosi della Rete.» LA STAMPA
«Dalla penna di uno dei più rinomati neuroscienziati tedeschi, si tratta di un documentatissimo saggio che vuole dimostrare come i media digitali siano pericolosi per la nostra mente e il nostro corpo.» PANORAMA
Senza computer, smartphone e Internet oggi ci sentiamo perduti. Questo vuol dire che l’uso massiccio delle tecnologie di consumo sta mandando il nostro cervello all’ammasso. E intanto la lobby delle società di software promuove e pubblicizza gli esiti straordinari delle ultime ricerche in base alle quali, grazie all’uso della tecnologia, i nostri figli saranno destinati a un radioso futuro ricco di successi. Ma se questo nuovo mondo non fosse poi il migliore dei mondi possibili? Se gli interessi economici in gioco tendessero a sminuire, se non a occultare, i risultati di altre ricerche che vanno in direzione diametralmente opposta? Sulla base di tali studi, che l’autore analizza in questo libro documentatissimo e appassionato, è lecito lanciare un allarme generale: i media digitali in realtà rischiano di indebolire corpo e mente nostri e dei nostri figli. Se ci limitiamo a chattare, twittare, postare, navigare su Google… finiamo per parcheggiare il nostro cervello, ormai incapace di riflettere e concentrarsi. L’uso sempre più intensivo del computer scoraggia lo studio e l’apprendimento e, viceversa, incoraggia i nostri ragazzi a restare per ore davanti ai giochi elettronici. Per non parlare dei social che regalano surrogati tossici di amicizie vere, indebolendo la capacità di socializzare nella realtà e favorendo l’insorgere di forme depressive.
Manfred Spitzer mette politici, intellettuali, genitori, cittadini di fronte a questo scenario: è veramente quello che vogliamo per noi e per i nostri figli?

Erewhon
Samuel Butler
(titolo originale: Erewhon: or, Over the Range) è un romanzo fantastico e satirico di Samuel Butler. Fu pubblicato nel 1872, inizialmente in forma anonima.
Il termine erewhon corrisponde alla parola inglese nowhere invertita, tranne che per le lettere h e w. Il titolo è anche il nome del paese immaginario in cui si svolge l'azione. Nel romanzo, non è rivelato in quale parte del mondo si trova.
I primi capitoli del romanzo sono basati sulle esperienze di Butler in Nuova Zelanda dove, da giovane, ha lavorato come allevatore di pecore per circa quattro anni (1860-1864) esplorando parti interne del South Island.
La gran parte del libro consiste nella descrizione di Erewhon. La natura di questa nazione è destinata ad essere ambigua. A prima vista, Erewhon sembra essere un'utopia, ma si capisce subito che ciò è ben lungi dall'essere vero. Eppure, nonostante tutti i difetti, Erewhon non è una distopia vera e propria, come quella descritta da George Orwell in 1984. Come utopia satirica, Erewhon a volte è stata paragonata a I viaggi di Gulliver (1726) di Jonathan Swift e, come critica alla società vittoriana dell'epoca dovrebbe essere paragonato a Notizie da nessun luogo (News from Nowhere, 1890) di William Morris.
Il romanzo prende di mira vari aspetti della società vittoriana, la religione e l'antropocentrismo, la punizione e la pena. In un capitolo Butler opera un attacco anche contro l'ipocrisia religiosa del suo tempo. Secondo la legge erewhoniana, i suoi trasgressori sono trattati come se fossero malati, mentre i malati sono visti come criminali.
Un'altra caratteristica di Erewhon è l'assenza di macchine: ciò è dovuto alla percezione largamente condivisa dagli erewhoniani che queste sono potenzialmente pericolose.
Ampiamente condivisa tra la gente di Erewhon è la convinzione che la nascita sia una scelta consapevole del bambino, invece che dei genitori.

Il tredicesimo dono
di Joanne Huist Smith
«Mamma, abbiamo perso l’autobus.» È la mattina di un freddo e grigio 13 dicembre, e Joanne viene svegliata improvvisamente dai suoi tre figli in tremendo ritardo per la scuola. Ancora non sanno che quel giorno la loro vita sta per cambiare per sempre. Mentre di corsa escono di casa, qualcosa li blocca d’un tratto sulla porta: all’ingresso, con un grande fiocco, una splendida stella di Natale. Chi può averla portata lì? Il bigliettino che l’accompagna è firmato, misteriosamente, «I vostri cari amici». Mancano tredici giorni a Natale, e Joanne distrattamente passa oltre: è ancora recente la morte di Rick, suo marito, e vorrebbe solo che queste feste passassero il prima possibile. Troppi i ricordi, troppo il dolore. Ma giorno dopo giorno altri regali continuano ad arrivare puntualmente, e mai nessun indizio su chi possa essere il benefattore. La diffidenza di Joanne diventa prima curiosità , poi stupore nel vedere i suoi figli riprendere a ridere, a giocare, a divertirsi insieme. Sembra quasi che stiano tornando a essere una vera famiglia. E il mattino di Natale, mentre li guarda finalmente felici scartare i loro regali sotto l’albero addobbato, Joanne scopre il più prezioso e magico dei doni. Quello di cui non vorrà mai più fare a meno, e il cui segreto ha scelto di condividere con i suoi lettori in questo libro suggestivo, profondo ed emozionante. Il tredicesimo dono riesce così ad aprirci gli occhi sulla gioia che ci circonda sempre, anche nei momenti più impensabili. Sulle sorprese inaspettate che la vita sa regalarci. E sulla felicità improvvisa che tutti possiamo donare a chi ci sta accanto, non smettendo mai di credere nella forza e nella generosità dei nostri cuori. .

I diari del Polo
Robert Falcon Scott
Questa è la prima traduzione moderna dei taccuini che Robert Falcon Scott portò con sé durante l'estenuante marcia verso il Polo sud. Arrivato al centro del continente antartico il 17 gennaio 1912, scoprì che Roald Amundsen lo aveva preceduto di appena cinque settimane. Sfinita e soprattutto delusa, la spedizione intraprese la via del ritorno che si concluse con la tragica morte dei suoi componenti. Queste pagine raccontano, giorno per giorno, cinque mesi di marcia, aspirazioni, speranze e poi amarezze, dolori, catastrofi. L'annotazione dettagliata delle condizioni climatiche, delle difficoltà del percorso tra i ghiacci, il rapporto con i pony e le problematiche tecniche, sono il resoconto di un'esplorazione che ha assunto i toni di una mitologia moderna. E, al procedere verso la meta, si affianca sempre più inquietante un'analisi spietata della fragilità della condizione umana. Trovati accanto al suo corpo, i diari di Scott testimoniano una vicenda ai limiti estremi, geografici e psicologici. Scavano nel profondo dell'animo indagando territori che non si lasciano svelare.

Il profeta - Il giardino del profeta
Kahlil Gibran
Il rapporto dell'uomo con la natura, coi propri simili, con Dio.

In Patagonia
Bruce Chatwin
Dopo l'ultima guerra alcuni ragazzi inglesi, fra cui l'autore di questo libro, chini sulle carte geografiche, cercavano il luogo giusto per sfuggire alla prossima distruzione nucleare. Scelsero la Patagonia. E proprio in Patagonia si sarebbe spinto Bruce Chatwin, non già per salvarsi da una catastrofe, ma sulle tracce di un mostro preistorico e di un parente navigatore.

La Mangiatoia - Perché la sanità è diventata Il più grandeaffare d'Italia
Aggiungi qualche altra informazione su questo elemento...
Dai primi anni 90 ad oggi siamo riusciti a trasformare il sistema sanitario nazionale in una greppia, anzi "la greppia": la più grande mangiatoia di Stato. Nel 2012 la spesa pubblica in sanità è stata di 114 miliardi di euro, la terza industria del Paese.
Gli autori
Vi siete chiesti perché esiste la giornata nazionale della stipsi?
O quella dedicata alla timidezza?
Ci fanno sentire costantemente malati,
così le aziende incassano miliardi vendendo farmaci inutili.
Tutto è business nello sgangherato mondo della sanità italiana.
Sono un affare gli anziani: spuntano dovunque residenze assistenziali abusive che sembrano "lager", e il ministero non sa nemmeno quante siano. Sono un affare le mamme: vengono convinte a fare decine di esami inutili e a partorire con il cesareo, così le Asl guadagnano di più.
Ci sono policlinici dove gli universitari si spacciano per specialisti, e ci sono ospedali minuscoli senza pazienti, che però restano aperti solo per assicurare il posto (e lo stipendio) ai primari. E poi, tangenti sui grandi appalti, malaffare tra dirigenti, case farmaceutiche che schedano i dottori per corromperli, valvole aortiche che costano il triplo del normale.
Tutto, sempre, sulla nostra pelle.
L'articolo 32 della Costituzione, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività , e garantisce cure gratuite agli indigenti", è una bugia. Non vale più. Non per tutti, almeno.
La verità è che lo Stato non riesce più a garantire la nostra salute.
Nonostante spenda 114 miliardi di euro all'anno in sanità , 2 milioni di italiani non possono accedere alle cure pubbliche. Esodati per colpa di ticket diventati troppo cari a causa dei debiti accumulati da amministratori scellerati.
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Nel sistema pubblico i cesarei inutili fanno sprecare 85 milioni all'anno
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820.000 malati ogni anno si rifiutano di essere seguiti dagli ospedali della propria Regione: il business della mobilità sanitaria vale circa 4 miliardi di Euro
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Al sud muore il 4.15% dei pazienti operati di bypass aorto-coronarico; al nord il 2.25%
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1.8 milioni di Italiani nel 2012 ha rinunciato a visite o esami medici perchè non aveva i soldi per pagare il ticket
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Il livello di guardia del colesterolo è stato abbassato da 240 a 200 mg per decilitro per aumentare le vendite dei farmaci per problemi cardiovascolari: un mercato da 5 miliardi di euro, un quinto di quanto spendiamo in medicine
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700 euro e 20 euro: questi i costi di due farmaci che hanno la stessa efficacia contro la maculopatia. Le Asl usano solo il primo
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3 centesimi: il costo delle siringhe all'ingrosso. Le Asl le pagano in media 7 centesimi.

Economia bastarda. Le ragioni e le colpe della crisi mondiale e le strategie effiaci per uscirne
Alan Beattie
Perché il petrolio e i diamanti fanno più danni rispetto al loro effettivo valore? Come mai il crollo finanziario in Argentina non ha interessato gli Stati Uniti? Perché in Africa non si produce cocaina? Usciremo dalla recessione? A queste e a altre domande risponde Alan Beattie nella sua, storia dell'economia globale. Una storia che sfata i miti secondo cui l'economia è incontrollabile, il capitalismo deve per forza fallire, alcune nazioni sono destinate a essere ricche e altre a rimanere per sempre povere, le religioni impediscono il progresso, la globalizzazione non può essere regolata. Perché la ricchezza di uno Stato non dipende da piani divini o congiunture astrali, ma semplicemente dalle decisioni dei governi e delle popolazioni. Beattie ci illumina sulle ragioni di tali scelte e sulle interazioni tra economia, storia, politica e cultura. E, soprattutto, fa luce sulle decisioni che si stanno prendendo in questo momento, rivelandoci quali sono le nazioni che adottano valide strategie per risollevare la propria economia e quali invece non hanno ancora imparato la lezione.

101 storie Zen
Traduzione di Adriana Motti
«Lo Zen non è una setta ma un’esperienza». Da questa esperienza, che ha al suo centro la nozione di satori, "illuminazione", è nata una letteratura immensa, dalle numerose ramificazioni, a partire dal sesto secolo in Cina (sotto il nome di Ch’an) e a partire dal dodicesimo secolo fino ai nostri giorni in Giappone (sotto il nome di Zen). Ciò che in Occidente ha finito per presentarsi spesso come moda banale è dunque una ricchissima tradizione religiosa, senza la quale è impensabile una grande parte della filosofia, della letteratura e dell’arte estremo-orientali. Per avvicinarsi a questo intricato complesso poche introduzioni sono altrettanto giuste nel tono, svelte e amabili come questa raccolta di storie Zen curata da Nyogen Senzaki e Paul Reps. Il lettore vi troverà una scelta dalla "Raccolta di pietre e di sabbia" di Muju, maestro giapponese del tredicesimo secolo, e da altri testi classici Zen, sino alla fine del secolo diciannovesimo. Con sobrietà e grazia Senzaki e Reps hanno saputo presentare in rapidi tratti apologhi capitali o ignoti, intrecciandoli con felice precisione, in modo che il lettore possa entrare in contatto immediato con le grandi questioni (e con le grandi soluzioni) dello Zen, contatto che troverebbe ben più difficilmente affidandosi a ponderosi manuali, contrari già nella loro costruzione allo spirito Zen – per eccellenza imprendibile e paradossale, irridente verso ogni sapienza soddisfatta, spesso nascosto dietro gli schermi del vuoto e del non sapere.